Guardiamo avanti e amministriamo il futuro.
Con oltre 60 anni di esperienza e migliaia di unità gestite tra Italia e Paesi esteri, abbiamo sviluppato le competenze per offrire servizi sempre più aggiornati e al passo coi tempi. Forti delle nostre collaborazioni con società e professionisti tra i più affermati nel panorama mondiale (dall’amministrazione al real estate), abbiamo individuato le linee guida della moderna gestione immobiliare del futuro.
L’obsoleta realtà Italiana lascerà presto spazio ad una nuova visione del sistema di amministrazione e di management condominiale. Da più fronti ormai (sopratutto esteri) si parla sempre più di amministratori-manager e spesso si fa riferimento ad una nuova figura denominata Building Manager.
Si delineano quindi, nuovi scenari e nuovi modelli di gestione del condominio in funzione di nuovi bisogni e servizi richiesti da una società dinamica e in forte evoluzione.
Tale concetto deve coniugare necessariamente una visione anacronistica e “vecchia” del condominio con le novità imposte da una società sempre più orientata a costumi e modi di vivere differenti dal passato. Questo concetto è già realtà nei Paesi del mondo più evoluti, dagli Stati Uniti d’America fino agli Emirati Arabi, dove noi già operiamo.
La declinazione al futuro del condominio è stata ulteriormente accelerata ed enfatizzata a seguito della situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo; ora più di prima le caratteristiche “green” degli edifici, i servizi comuni, gli spazi ampi e fruibili sono elementi qualificanti – al pari di design, risparmio energetico e sicurezza – nelle decisioni degli investitori.
Oltre a questo aspetto, nel panorama nazionale, il sistema normativo, nonostante la recente riforma portata dalla legge 220/2012 (nata “vecchia” anche questa), appare non più adeguato alle esigenze degli utenti di oggi.
La visione d’insieme che traspare pone da un lato la figura di un Amministratore, legato a funzioni meramente tecniche e contabili, e dall’altro i condomini, visti non tanto come utenti o fruitori di un servizio quanto piuttosto come meri titolari di diritti.
Il cambiamento dei costumi, accelerato nel corso degli ultimi tempi, pone sempre più interrogativi e sfide a questa impostazione ormai desueta.
La stessa composizione del nucleo familiare, spesso unipersonale, impatta violentemente contro una struttura immobiliare spesso inadeguata per le esigenze di nuclei familiari sempre più ridotti.
Il processo in corso deve portare ad elaborare il condominio non più come semplicemente pensato in origine, l’abitazione del nucleo familiare, bensì come una struttura sociale più ampia e più efficiente del singolo nucleo, un complesso sistema sociale a beneficio dell’intera collettività degli utenti che vi partecipano.
Certo, la sfida è difficile e ci vorrà tempo ma esistono già esempi anche nel nostro Paese, come può essere City Life a Milano, e più nel piccolo anche a Parma, il Quartiere Eurosia. Luoghi dove si conciliano sostenibilità ecologica, design, sicurezza e una qualità della vita superiore agli standard finora realizzati.
Provando ad immaginare il futuro prossimo, non possiamo fare a meno di cominciare dagli edifici: occorre un nuovo modo di pensare nel costruire. Edifici energeticamente autosufficienti e tecnologicamente avanzati, ma il benessere non passa soltanto attraverso la tecnologia ma anche dal welfare.
Se questo modo di vivere in comunità è stato possibile in altri Paesi in cui operiamo dove in un condensato di 40 o 50 piani si soddisfano le esigenze di qualche centinaio di proprietari, perché non pensare che sia possibile realizzarlo qui da noi dove possono convivere solo poche decine di persone?
In questo contesto sarebbe puerile dimenticarsi che la realtà di oggi, nel nostro panorama nazionale, è segnato da forti contraddizioni; per poter sviluppare progetti di questo genere occorrono da un lato imprese di costruzioni e progettisti in grado di elaborare soluzioni smart e anche social con una nuova idea di urbanistica. E questi ci sarebbero pure, quello che manca, e che vediamo come la vera criticità del sistema, è un corpo normativo adeguato alle nuove esigenze, più snello e meno burocratico, necessario per supportare il cambiamento.
Qualcuno potrebbe pensare da subito al relativo aumento di tutte le spese condominiali in ragione di così tanti servizi comuni, ma in realtà non è così. L’autosufficienza energetica degli edifici ed un minor ricorso al welfare esterno di fatto consentirebbe un elevatissimo risparmio per ogni proprietario sul rispettivo bilancio complessivo familiare.
Serve quindi una formazione più al passo dei tempi dell’Amministratore e non focalizzata ai meri aspetti contabili e tecnici contenuti in un decreto ministeriale. Una visione della formazione non esclusivamente nozionistica ma orientata alle capacità gestionali in linea con l’evoluzione del mercato.
Siamo promotori di una nuova visione di amministrazione che preveda la verifica di adeguatezza dei fornitori, servizi smart per la sicurezza e il pronto intervento, abbattimento dei costi, efficienza di gestione; in sintesi amministrare per soddisfare appieno i bisogni dei nostri clienti.
Perchè crescerà solo chi saprà adattarsi al cambiamento.